Prime Esperienze
17 - Giada e la famiglia di colore
di ombraerotica
22.02.2024 |
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"Le gambe di Jessica si chiusero intorno alla testa dell’amica che smise di farle il ditalino e portò entrambe le mani ai seni della ragazza..."
Dopo che Giada ebbe visto il video in cui Jason, con il suo arnese nero da 30 cm, rompeva letteralmente il culo a suo cugina Roberta. La ragazza non faceva che pensare ad altro. Il cazzo di Lorenzo l’aveva già allargata per bene, ma dal video si notava quanto quello dell’uomo di colore fosse molto più grosso.Aveva fatto una copia di quel video e lo guardava e riguardava pressoché ogni giorno, consentendole di venire sempre in pochi minuti, aiutata sicuramente dal bellissimo corpo di sua cugina Roberta.
Quel cazzo ormai le era entrato in testa ed era diventato una vera ossessione. Avrebbe voluto chiedere a Roberta come avrebbe potuto incontrare quel tipo di colore di nome Jason, ma non sapeva con quale scusa ottenere quel cazzone. Non avrebbe mai potuto chiederglielo direttamente o avrebbe anche scoperto che aveva visto il loro video. Ben presto, origliando le conversazioni tra lei e la sorella Daniela, scoprì che entrambe erano state con quel tipo e che non riconoscevano più le loro fighe ormai slabbrate. Scoprì inoltre che anche i loro buchi del culo erano stati scopati. Dal loro dire si intuiva che quelle erano state le scopate più belle delle loro vite.
Giada era ancora giovane, aveva soltanto diciotto anni, e non sapeva se avrebbe potuto prendere un cazzo simile, forse non le andava di prenderne uno così grosso, ma ormai era ossessionata dal cazzo nero e aveva intenzione di fare di tutto pur di scoparsene uno. Dopo che Lorenzo l’aveva sbattuta, lei aveva anche scoperto il vero sesso, non poteva che continuare lungo quella direzione, facendo nuove esperienze ancora più estreme.
L’idea le venne una sera, dopo l’ennesimo orgasmo avuto guardando il video. La sua compagna di scuola Jessica, un’afroamericana trasferitasi con la famiglia dall’America, aveva un fratello poco più grande di loro. O per meglio dire, un fratellastro, considerato che il padre si era sposato con la madre venendo da un’altra relazione.
Jessica era una secchiona, con gli occhiali, e sempre attenta a scuola, ma aveva sviluppato un bel corpo, e con la sua pelle scura, che tendeva al mulatto, faceva la sua bella figura. Giada pensava che non aveva ancora avuto un ragazzo soltanto perché fosse timida e non brutta.
In un attimo decise quindi che il giorno dopo, a scuola, le avrebbe parlato. Le due non erano proprio amiche, ma sapeva che non le avrebbe detto di no se le avesse chiesto di aiutarla con gli esercizi di matematica.
Il giorno dopo fece proprio come aveva pianificato, sapeva che Jessica fosse molto disponibile e infatti la ragazza la invitò a casa sua quel pomeriggio stesso. Giada ne fu felicissima e non vedeva l’ora di poter conoscere il fratello, sperando avesse anche lui un cazzo di tutto rispetto.
Arrivata a casa di Jessica, Giada dovette iniziare davvero a fare i compiti con lei, ma ben presto si annoiò, il suo vero scopo era conoscere il fratello che ancora non aveva neanche visto.
«Hai davvero una gran bella casa» le disse Giada, impressionata dal numero di stanze della villetta in cui abitava l’amica, suddivisa su due piani. Si trovavano al momento al piano superiore in cui dovevano essere ubicate tutte le camere da letto, compresa quella del fratello.
«Ti ringrazio, i miei genitori sono ricchi e ce la possiamo permettere per fortuna» disse Jessica facendole un sorriso.
Giada la osservò meglio, non aveva mai notato quanto fosse attraente il suo corpo, se immaginato con addosso qualcosa di più sexy.
La ragazza indossava una camicetta bianca che si stendeva però ogni volta che alzava le braccia per sgranchirsi la schiena, Giada poté così notare il prosperoso seno, doveva almeno essere una terza. Per non parlare del culo della ragazza, che come quello di tutte le donne di colore era ben sodo e sporgente.
Giada non aveva le sue forme, anzi il suo seno era molto piccolo, ma sapeva di essere comunque una bella ragazza.
Ma ciò che amava di più di Jessica erano i suoi capelli così ricci e setosi da essere proprio paragonabile alla capigliatura afro.
«Jessica, ma quindi siamo completamente da sole a casa in questo momento?»
«Credo proprio di sì, perché me lo chiedi?»
«Non hai un fratello? Mi pareva di ricordare che lo avessi.»
«Ma sì, certo, si chiama Kevin, ma torna tra un’oretta circa, al momento è agli allenamenti di basket.»
«Chiaro…» si limitò a dire Giada, convinta che potesse ormai attuare il suo piano che consisteva, innanzitutto, nel mostrare a Jessica il video porno che aveva portato con sé all’interno della sue pennetta.
Con la scusa di dover controllare dei file utili al compito, la inserì nel laptop di Jessica, così poté fare finta di aprire il video senza che sapesse che cosa si vedesse al suo interno. Fu proprio Jessica a chiedere cosa fosse quel file video tra i documenti riguardanti i loro compiti.
«Non so, non l’ho messo io lì!» mentì spudoratamente Giada. «Apriamolo…»
Dopo pochi minuti di video, Jessica capì cosa stesse realmente guardando. Giada la osservava per poter vedere la sua reazione.
«Oh mio Dio! Ma è un video porno!» esclamò Jessica, ponendosi le mani dinanzi alla bocca, poi si coprì gli occhi proprio nel momento in cui Jason tirava fuori il suo arnese.
«Guarda quanto è grosso quell’affare!» fece Giada, togliendo le mani dal viso all’amica, che rimase basita.
«Allora è vero che gli uomini neri lo hanno enorme!» disse Giada, introducendo il discorso a cui voleva arrivare.
«Io non ho mai visto quello di mio fratello o di mio padre, ma dubito ce l’abbiamo così grande…» disse Jessica a bassa voce, poi di scatto afferrò il mouse e chiuse la finestra del video.
«Dai, non sei curiosa di continuare a guardarlo? Non ti eccita neanche un po’?» le chiese Giada.
«Non so, so soltanto che sono scioccata. Che ci fai tu con questo video?»
«Non so chi lo abbia messo, forse è stato un virus» mentì ancora Giada, «adesso però sono curiosa di vedere quello di tuo fratello. Davvero non glielo hai mai visto?»
Jessica non avrebbe mai voluto iniziare quella conversazione, ma rispose comunque alla domanda dell’amica.
«Diciamo che l’ho intravisto, attraverso il pantalone della tuta, è capitato che ce lo avesse in tiro… di certo non lo ha piccolo…»
«Non sei curiosa di scoprire quanto ce l’abbia lungo tuo fratello, in fondo è soltanto il tuo fratellastro, no? Che male ci sarebbe?»
«Ma certo che no! Sei impazzita?»
«Non ti va neanche di guardare quello di un perfetto sconosciuto in un video? Non è che sei lesbica?»
«Ma no che non sono lesbica! Almeno credo…»
«Allora guardiamo quel video, così vediamo cosa ti eccita di più, se l’uomo o la donna, anche lei è una gran bella ragazza!»
Jessica distolse lo sguardo e poi annuì in maniera impercettibile. «Va bene, riapriamolo…»
Giada non se lo fece dire due volte e aprì il video.
Le due iniziarono a guardarlo, ma Giada lo conosceva quasi a memoria e le interessava più vedere la reazione dell’amica.
Le sue guance si erano tinte di rosso e, da sotto la camicetta, vide i suoi capezzoli irrigidirsi. Giada non aveva capito che l’amica non portasse il reggiseno, i suoi seni erano così sodi che si reggevano da sé.
Giada si avvicinò alla ragazza con la scusa di vedere meglio lo schermo del laptop. Jessica la guardò un po’ stranita. Aveva la gola secca.
Giada decise di prendere l’iniziativa e fece una cosa che Jessica non si sarebbe mai aspettata. Iniziò a toccarsi la fica, lentamente. Dal sottile strano di tessuto dei leggings grigi che portava si poteva vedere già una macchia scura che si stava allargando.
«Sei… sei bagnata…» le fece notare Jessica.
«Certo, perché, tu no?»
Jessica non rispose e distolse lo sguardo.
«Io quando vedo come se la scopa mi arrapo sempre come una cagna!» esclamò Giada. «Non ci credo che tu non sei neanche un po’ bagnata lì sotto!» disse prima di avvicinarsi al viso dell’amica e guardarla dritta negli occhi.
«Sì… forse…» rispose Jessica intimidita.
«Dai, toccatela, secondo me lo sei.»
Jessica era un po’ indecisa sul da farsi, non aveva mai fatto una cosa del genere di fronte a un’altra persona, ma pensò che non ci fosse nulla di male essendo fra ragazze. Così si sbottonò i jeans e infilò una mano nelle sue mutandine. La estrasse e anche Giada poté vedere i suoi umori densi e filanti fra le dita.
«Wow! Sei più bagnata di me!» si stupì Giada e con un veloce gesto si mise in bocca le dita dell’amica, che la guardò scioccata.
«No… ma cosa…» riuscì a dire, prima di vedere Giada leccare tutto.
«Il tuo succo è dolcissimo!» le disse con sguardo suadente, poi aggiunse: «Ne voglio ancora!» e la spinse delicatamente, costringendola a sdraiarsi sul letto. Il video non lo guardavano più ormai.
«No… cosa stai facendo?» chiese Jessica a mezza voce.
Giada però aveva già preso il sopravvento e l’amica era troppo eccitata per fermarla.
Le sfilò i jeans e scostò le mutandine avvicinando il viso.
«Sei un lago!»
Premette dolcemente il pollice sulla fica nera della ragazza che ebbe subito un forte gemito.
«Ti piace?»
Jessica annuì e non dette segno di volerla fermare.
Giada continuò a toccarle il clitoride per poi avvinare l’indice al buco della fica, lo infilò senza troppi complimenti e l’amica ebbe un sussulto.
«Fa piano! Sono vergine!»
«Immaginavo già! Per questo la tua fica è così bagnata!»
«Ti prego continua!» la implorò Jessica fra i gemiti.
Giada continuò con il suo ditalino, prima lentamente, poi con più velocità. Quando sentì che i gemiti di Jessica si fecero più acuti allora iniziò anche a leccargli e succhiargli il clitoride finché non la udì dire: «Sìììììì! Vengoooooooo!!!!!»
Jessica ebbe diversi sussulti mentre Giada continuava a leccarla con fervore. Le gambe di Jessica si chiusero intorno alla testa dell’amica che smise di farle il ditalino e portò entrambe le mani ai seni della ragazza. Da sotto la camicetta poteva sentire quanto fossero sodi.
Jessica impiegò diversi secondi prima di tornare in sé, smettendo di ansimare, Giada intanto si era liberata dalla stretta delle sue gambe e si pose su di lei, baciandola sulle labbra.
«Lo senti il sapore della tua fica?» le chiese.
Jessica annuì, gli occhi ancora chiusi dal piacere.
«Adesso fammi vedere cosa nascondi qui sotto» disse Giada, strizzando i grandi seni dell’amica, per poi strapparle la camicetta con un gesto deciso. I bottoni saltarono quasi tutti, già abbastanza tesi dal prosperosità della ragazza.
I seni e i capezzoli ben dritti di Jessica le si pararono dinanzi, ben dritti.
«Hai i capezzoli molto grossi… e durissimi…» si complimentò Giada afferrandone uno con due dita e iniziando a leccare l’altro.
Jessica ricominciò a godere, soprattutto per come i capezzoli gli venivano strizzati quasi con ferocia dall’amica, sia con le dita che con i denti e le labbra.
«Sì! Mi piace! Cazzo mi stai facendo venire di nuovo!»
«Certo che ti piace, sei vergine ma comunque una puttanella!»
Giada però smise tutto a un tratto e le schiaffeggiò i seni.
«Anche io mi voglio divertire!»
In un attimo si tolse i leggings e la magliettina e rimase completamente nuda come l’amica.
Poi riprese a strizzarle i seni, mentre con una gamba si insinuava tra quelle dell’amica.
Mentre Jessica muoveva il bacino per strofinarsi su di lei, Giada prese a battere con la coscia sulla sua fica. Jessica sbarrava gli occhi ad ogni colpo e il suo piacere aumentò di colpo.
«Ti piace! Ti piace!» continuava a dire Giada ad ogni spinta. Poi a un tratto smise e si posizionò sopra la ragazza con la sua fica. Iniziarono così una sforbiciata che mandò in visibilio entrambe.
Giada le reggeva alta una gamba con una mano mentre con l’altra le continuava a strizzare un seno.
Jessica ansimava ormai di continuò ed era prossima all’orgasmo, sentiva tutti gli umori di Giada colare fra le sue gambe, il suono delle loro fighe bagnate era perfettamente udibile. I due clitoridi si strofinavano con foga e passione.
Jessica alzò il busto dal letto e afferrò un capezzolo di Giada, piccolo ma anch’esso molto duro, la pelle che le si tendeva mentre Jessica la tirava verso di sé. Giada urlava dal dolore ma le piaceva.
Entrambe vennero gridando tutto il loro piacere, finendo sdraiate lateralmente sul letto, le gambe ancora incrociate, mentre continuavano a strofinarsi l’una sul colpo dell’altra.
«È stato bellissimo!» esclamò Jessica, quando riuscì a parlare.
«Direi di sì, davvero magnifico! Sei bellissima e i tuoi seni mi eccitano tanto…» disse Giada.
«I tuoi sono più piccolini, ma comunque molto ben proporzionati al tuo fisico…»
Giada sorrise poi le disse: «Pensi che possano piacere ai tipi… diciamo come te…»
«Voi dire ai maschi di colore?» chiese Jessica.
«Non saprei, penso di sì… perché no…»
«Per esempio… a tuo fratello piacerebbero?»
«Che cosa…? Vuoi scoparti mio fratello?»
«Così… chiedevo… era soltanto per curiosità…»
«Senti… Io credevo che tu provassi qualcosa per me, invece ho capito adesso che eri interessata soltanto a mio fratello… vuoi il suo cazzo non è così? E io che…» disse Jessica, aveva le lacrime agli occhi.
«Io non volevo… non volevo offenderti, mi dispiace» provò a scusarsi Giada. Ma non funzionò. Aveva capito che Jessica era lesbica e che si era eccitata vedendo sui cugina Daniela nel video, non per quel cazzone nero. Aveva capito che Jessica provava qualcosa per lei.
«Ti chiedo di uscire da casa mia… adesso…» quasi le urlò.
Giada ci rimase male ma fece come le disse l’amica. Uscì fuori da casa sua. Si incamminò per la strada, ma proprio in quel momento vide un’auto fermarsi davanti casa di Jessica. Uscì un ragazzo di colore, alto e bello, con un fisico snello che si poteva notare dalla divisa da basket sudata.
“Quello è il fratello di Jessica…”
Giada si nascose dietro a un auto e continuò ad osservarlo. Moriva dalla voglia di scoparselo.
“No, non posso lasciare che finisca così! Voglio il suo cazzo nero!”
Decise quindi di non arrendersi, attese che il ragazzo entrasse in casa, poi si avvicinò alla proprietà e scavalcò la bassa inferriata.
Si mosse furtiva per il giardino che circondava la casa per infine trovare una finestra aperta. Da lì riuscì ad accedere.
Conosceva già la grande casa quindi non le fu difficile trovare le scale che portavano di sopra, da lì, senza fare rumore si diresse in direzione del suono dell’acqua che scorreva, era di certo lui a farsi la doccia. Trovò così la stanza di Kevin.
Entrò prima nella stanza e poi nel suo bagno privato in cui vi era una grande doccia. Poté subito notare la sua figura nel vetro appannato dall’acqua calda.
Giada si denudò completamente, era certa che il ragazzo, eccitato dal suo corpo nudo, non l’avrebbe rifiutata.
Quando si avvicinò al box doccia, notò che Kevin era fermo sotto lo scorrere dell’acqua. Non del tutto fermo però, muoveva soltanto le braccia ritmicamente.
Giada cercò di capire cosa stesse facendo, scorgendolo dal vetro appannato. Era curiosa di vedere la sua nudità e quanto fosse grosso il suo cazzo. Ma riusciva a vedere soltanto la sua sagoma. Così decise di aprire di pochi centimetri la doccia, lui non se ne sarebbe accorto perché le dava le spalle e il rumore dell’acqua non gli avrebbe concesso di sentire altro attorno a sé.
Quella fessura che aveva aperto le permise di scoprire cosa stesse facendo Kevin: si stava masturbando.
Giada non riusciva a vedere le dimensioni del suo cazzo, poteva soltanto vedere il suo culo sodo, la schiena e le sue braccia muscolose che si muovevano entrambe.
“Si sta masturbando con due mani! Deve avere un cazzo di tutto rispetto!” pensò la ragazza.
«Sì, Jessica! Sì!» disse il ragazzo di colore.
“Si masturba pensando alla sorella! E chi l’avrebbe mai detto!” pensò Giada, e in quel frangente la porta del box doccia fece uno scricchiolio. Kevin si voltò di scatto e la vide.
«Ma cos… chi diavolo sei tu?» chiese, tentando di coprire la sua nudità. Ma era veramente complicato riuscirci, così decise semplicemente di rimanere girato. «Chiudi! Chi ti ha fatto entrare? Chi sei?» continuò a chiedere Kevin, confuso.
«Shhh! Fa silenzio o Jessica ti sentirà! Non vorrai che le dica che ti masturbi pensando a lei!» lo ricattò Giada.
«Cosa? Chi diavolo sei tu?» chiese ancora Kevin.
«Io sono una sua amica, ma oggi sono qui per te!» esclamò Giada, aprendo la porta del box doccia. Sgattaiolando al suo interno mentre l’acqua iniziava a bagnare il suo corpo completamente nudo.
Kevin non aveva ancora compreso che fosse senza alcun vestito addosso e lo capì soltanto in quel momento.
«Vuoi dire che… tu sei qui per…»
«Sì, hai capito bene, sono qui per te! Mi chiamo Giada e sono qui per quello che tieni fra le gambe!»
Kevin si voltò lentamente e la ragazza scoprì che il suo cazzo era ancora in tiro, svettante e lungo intorno ai 25cm.
“Oh, mio Dio, è veramente enorme” pensò Giada, guardandolo con gli occhi sgranati.
«Quindi tu saresti un’amica di mia sorella… non sei la prima che è curiosa di vedere il mio cazzo… voi ragazze bianche amate il cazzo di noi neri!» disse Kevin, più sicuro di sé una volta capito cosa volesse la ragazza.
«Ma tu desideri tua sorella…» gli fece notare Giada.
«In effetti vorrei tanto spassarmela un po’ con lei… senza offesa, ma lei ha un corpo più bello del tuo…» disse Kevin, per farla indispettire, guardandola all’altezza delle piccole tette.
«Lo pensi davvero? Intanto a lei non la puoi avere mentre a me sì» disse Giada e così facendo si avvicinò al ragazzo, molto più alto di lei. Il suo viso arrivava ai suoi pettorali definiti.
Gli accarezzò gli addominali scolpiti e poi discese fino al suo cazzo ancora svettante. Notò quanto fosse lungo e grosso e rimase impressionata nel vedere le sua grandi palle poggiarsi sul suo ombelico, mentre la cappella le arriva sino alle piccole tette.
«Non hai paura di farti male? Di solito voi ragazze bianche non riuscite ad andare fino in fondo. Il mio cazzo vi fa troppo male e dopo pochi minuti chiedete di smettere… ecco perché preferisco le ragazze nere…» disse Kevin, con un sorriso ammiccante.
Giada prese quelle parole come una sfida personale, decise quindi di afferrare quel cazzo con entrambe le mani e iniziare a scappellarlo un po’.
«Ti mostrerò di cosa sono capace…» gli disse a bassa voce, mentre scopriva quanto fosse duro il cazzo di Kevin.
“Ci credo che le ragazze non riescono a tenerlo dentro a lungo… è duro come la pietra. Inizio seriamente ad aver paura che mi spacchi la fica in due…”
Le bastò abbassare lo sguardo e chinare di poco la testa per prendere in bocca il cazzone di Kevin. Iniziò a succhiare la cappella e il ragazzo emise i primi lamenti. Nessuno li avrebbe sentiti con l’acqua che scorreva ancora.
Kevin iniziò a muovere il bacino verso l’alto e intanto afferrò la testa di Giada da dietro, spingendo per riempire la sua piccola bocca.
La ragazza si strozzò quasi subito e dovette tirare fuori quell’arnese nero, sputando saliva.
«È troppo grande…»
«Te l’ho detto… voi bianche non siete come le nere…»
Giada inarcò le sopracciglia e iniziò a spompinarlo con sempre più foga. Kevin sorrise e continuò a godere ancora.
«Si, brava! Continua!»
Giada le afferrò le palle e le massaggiò mentre continuava il suo pompino da record.
Ma Kevin decise di entrare in azione e iniziò con strizzargli i duri capezzoli. Giada gemette con la bocca strapiena di cazzo. Poi il ragazzo le tirò forte i capezzoli e la costrinse a spostarsi verso destra, mettendola con le spalle al muro.
Giada gridò dal dolore e finì in ginocchio dinanzi al ragazzo, il cazzo ancora in bocca. Dal basso, si sentì piccolissima e inerme, mente lui le apparve come un dio.
Kevin fece un passo in avanti e la nuca di Giada batté sulle piastrelle della doccia. Era ormai stretta in una morsa tra la parete e il cazzone di Kevin.
Il ragazzo iniziò a spingere con il bacino più e più volte, mentre Giada tentava di non soffocare, il cazzo le batteva in gola e minacciava di sfondarla.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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